domenica 28 novembre 2010

Newsletter LNI Pa - Numero 7

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Louis Vuitton Trophy: trionfa Emirates Team New Zealand. Louis Vuitton conferma la sponsorizzazione della Coppa America

27.11.10
Disputata oggi a Dubai la finale del Louis Vuitton Trophy. Emirates Team New Zealand ha battuto BMW Oracle Racing per 2-0.
Il team di Dean Barker e Grant Dalton negli ultimi due anni ha vinto ben quattro dei cinque eventi Louis Vuitton Trophy.
Nella conferenza stampa finale l’amministratore delegato di Louis Vuitton Malletier, Yves Carcelle, ha annunciato che la casa di moda francese continuerà a sponsorizzare la Coppa America e i Challenger. “Siamo molto lieti di continuare la nostra trentennale partnership con la Coppa America. Ci siamo incontrati con gli organizzatori svariate volte e riteniamo che la 34esiima edizione sarà al migliore della storia.”
La Louis Vuitton Trophy Dubai si è svolta sotto il patronato di Sua Mestà lo Sceicco Ahmed Bin Saeed Al Maktoum, amministratore delegato di Emirates Airlines and Group, il principale sponsor dell’evento.
La cronaca della regata:
Emirates Team New Zealand batte BMW Oracle Racing di 17"
Succede di tutto nel corso del primo match di finale tra i kiwi e gli statunitensi. Parte forte Emirates Team New Zealand che infligge una penalità a BMW Oracle Racing: è la prima di questo evento per James Spithill. Lo skipper australiano reagisce prendendo in mano le redini della regata e si allunga con decisione, navigando sulla destra del campo nel corso della seconda bolina. Visto l'importante vantaggio, BMW Oracle Racing si depenalizza in prossimità della boa al vento ma fa male i calcoli e subisce l'attacco da parte di Emirates Team New Zealand che ruba al team del tattico John Kostecki l'interno in occasione dell'issata di gennaker. L'equipaggio di Larry Ellison trova però nuova fortuna scendendo lungo la destra dell'ultima impoppata. Una fortuna che abbandona il team statunitense a pochi metri dal traguardo, dove un salto di vento favorisce Emirates Team New Zealand che taglia per prima il traguardo.
Emirates Team New Zealand batte BMW Oracle Racing di 1'37"
I kiwi vincono anche l'ultimo Louis Vuitton Trophy. Nel corso del secondo match di finale le speranze di riaprire il duello da parte di BMW Oracle Racing, al comando sin dal via, sfumano dopo la rottura del gennaker durante l’issata. Emirates Team New Zealand, ben posizionato, ne approfitta per lanciare il suo attacco al team di James Spithill che, al cancello di poppa, è obbligato a iniziare la seconda bolina sulla sinistra del campo di regata. I kiwi, all'incrocio seguente, sono avanti di oltre cento metri. E' due a zero. E' ancora, e definitivamente, vittoria neozelandese.
fonte: FEDERVELA.IT

Charleston sailor preps for next leg - Local - TheSunNews.com

Charleston sailor preps for next leg - Local - TheSunNews.com

Great Britain II ritorna sulla linea di partenza

VOLVO OCEAN RACE 2011 - 2012


Great Britain II, maxi 77’ ed unica barca ad aver partecipato per 5 volte consecutive alla Whitbread Round the World Race (antesignana della Volvo Ocean Race) parteciperà alla nuova edizione della regata che partirà da Alicante (Spagna) il 5 novembre 2011. Costruita appositamente per la prima Whitbread, aveva come skipper Sir Chay Blyth, che nel 1971 ottenne il titolo di Comandante dell’Impero Britannico per essere stato il primo uomo a fare il giro del mondo, con il 59’ British Steel, contro i venti dominanti... Vai al sito.

sabato 20 novembre 2010

Mura nella storia velica Sua la Route do Rhum

da La Repubblica:

Primo successo italiano nella prestigiosa regata transoceanica in solitario. Il campione cagliaritano: "Soddisfazione enorme che premia una vita di lavoro in mare". Partito dalla Francia arriva a Pointe-à-Pitre, a Guadalupa

di ROBERTO MARCELLETTI
Mura nella storia velica Sua la Route do Rhum Andrea Mura festeggia il trionfo
Andrea Mura è il primo italiano a finire davanti a tutti nella nona edizione della mitica regata transoceanica in solitario Route du Rhum, che si disputa ogni quattro anni. Un'impresa che il velista cagliaritano compie a bordo del monoscocca Open 50 Vento di Sardegna: partito il 31 ottobre scorso da Saint-Malo in Francia e dopo 19 giorni 9 ore e 40 minuti di navigazione a una velocità media di 7,6 nodi taglia il traguardo, nella nottata tra venerdì e sabato, a Pointe-à-Pitre, a Guadalupa.

Un viaggio di 3.539 miglia faticoso e pieno di imprevisti che nella categoria Rhum, riservata alle imbarcazioni tra i quaranta e i cinquanta piedi, consegna alla storia il volto sorridente, commosso e stanco del 46enne skipper originario di Cagliari: "Questa vittoria è una gioia enorme per me, rappresenta il coronamento di anni di lavoro e soprattutto mi regala la grande soddisfazione di essere il primo italiano a vincere una regata oceanica di tale importanza e difficoltà".

L'italiano può essere davvero soddisfatto, si è lasciato alle spalle un veterano della vela e di questa competizione Luc Coquelin, piazzatosi secondo e giunto alla quarta partecipazione alla transoceanica: "Spero sia la prima di una lunga serie di trionfi e che questo traguardo apra la strada alla vela oceanica anche nel nostro paese". Un successo che parte da lontano e richiede sacrifici e lavoro di gruppo: "Questo è il risultato del lavoro  -  sottolinea Andrea Mura  -  di un team composto
da oltre venti persone. La vittoria è dedicata a loro, ai miei sponsor che mi hanno sostenuto, ai miei tifosi e a tutti coloro che mi sono stati vicino durante questa sfida impegnativa".

Per rendersi conto dell'impresa compiuta dal velista sardo basta dare un'occhiata alla lista delle presenze italiane alla competizione nell'arco della sua storia. In passato solo tre nomi hanno tentato di entrare nell'albo d'oro senza riuscirci: Paolo Martinoni (1978), Simone Bianchetti (1998) e Giovanni Soldini (2002). E le difficoltà superate durante il percorso consacrano Mura, che finora spaziava già tra buoni risultati nelle derive e nell'America's Cup, protagonista nelle competizioni oceaniche. Nonostante le condizioni meteo anomale rispetto alle aspettative, Vento di Sardegna comincia subito bene. Le tempeste delle prime quarantotto ore e la scelta strategica di un tragitto più a Sud rispetto alla rotta più breve tra partenza e arrivo dà ragione al team di Andrea Mura.

La conferma arriva una volta attraversate le Azzorre con ottanta miglia di vantaggio sul resto della truppa. Il sogno, a questo punto, si materializza. La volata finale ha un paio di colpi di scena dovuti alla rottura prima del canard di prua e di seguito del gennaker grande che rallentano solo di poco la cavalcata vincente sulle onde dell'Oceano per lo skipper cagliaritano. Un'esperienza che lascia il segno e che potrebbe, in un futuro recente, tra un anno circa avere un prosieguo nella rotta del caffè in Brasile. Gli organizzatori sono avvertiti.

Poco fortunata, invece, la regata delle altre due imbarcazioni italiane, entrambe impegnate nella categoria Class 40, presenti al via: Davide Consorte a bordo di Adriatech costretto al ritiro per un'avaria e Marco Nannini su Unicredit ancora in navigazione e in prossimità dell'arrivo si trova al 26esimo posto. Amareggiato e deluso Davide Consorte: "Quando ho deciso di ritirarmi stavo andando piuttosto bene e sono sicuro che la scelta del percorso mi avrebbe premiato. Poi una serie di problemi, tra i quali, il Gps che non dava più la posizione, il ballast posteriore che perdeva acqua, lo strumento del vento fuori uso e quando si è rotta la drizza della randa all'interno dell'albero ho deciso per il ritiro. La barca non era in grado di affrontare tutto il resto della regata".

In totale undici le imbarcazioni ritirate sulle ottantacinque presenti ai nastri di partenza e vittorie nelle rispettive classi per Franck Cammas su Groupama (categoria Ultimate), Roland Jourdain su Veolia Environnement (Imoca 60), Lionel Lemonchois su Prince de Bretagne (Multi 50) e Thomas Ruyant su Destination Dunkerque (Class 40). (20 novembre 2010)

venerdì 12 novembre 2010

Progetto Formare i Giovani dell'Albergheria

Lega Navale Italiana Palermo Centro - Rotary Club Palermo Est
 
Scarica la brochure

La Sezione Palermo Centro della Lega Navale Italiana, nell'ambito dell'iniziativa, ha realizzato un Corso di Vela partecipando così al servizio rotariano di sostegno allo sviluppo scolastico e professionale dei giovani del quartiere Albergheria nella Città di Palermo.






giovedì 4 novembre 2010

ORC International e IRC: verso un futuro comune?

11/4/2010 Autore: Michele Tognozzi - www.farevela.net
Londra- Sono arrivati finalmente i tempi per una stazza unica nelle regate d'altura ad handicap? Sembra finalmente di sì, visto che il Royal Ocean Racing Club (RORC) e l’ Union Nationale pour La Course au Large (UNCL), comproprietari del sistema per la regola di stazza IRC, stanno interagendo con l’Offshore Racing Congress (ORC) in merito alla possibilità di creare un’unica organizzazione per la gestione dei rating a livello mondiale.

L’iniziativa di valutare insieme un unico sistema di rating per le regate delle barche di altura è stata approvata dall’ISAF dopo l’Assemblea Generale del 2009, in Korea.
L’intenzione del RORC/UNCL insieme all’ORC è quella di creare una joint venture per la gestione delle norme esistenti, e con il tempo, utilizzando l’insieme delle norme esistenti IRC e ORC, sfruttando le conoscenze e le risorse  di entrambi, creare  un nuovo sistema unificato di rating veloce, divertente che renda le competizioni unifcate in tutto il mondo.

Bruno Finzi, Presidente dell’ORC e il Vicepresidente Wolfgang Schaefer, che stanno lavorando costantemente su questa iniziativa, sono entusiasti e fiduciosi del lavoro con il RORC: ”Apprezziamo l’impegno  e l’amicizia con il RORC e riteniamo che sia finalmente giunto il momento di tornare al periodo in cui lo IOR, spirito ispiratore dell’ORC, quando esisteva un solo sistema di rating internazionale applicato in tutte le regate di altura.”

Chris Little, Ammiraglio del RORC, al lavoro con il Commodoro Andrew McIrvine concordano che sia giunto il momento di sviluppare sistemi di rating sotto un unico ombrello. "Abbiamo ricevuto un forte sostegno da un certo numero di paesi e di potenziali armatori per sviluppare una norma che ci consentirà  di ricreare il circuito internazionale della vela e continueremo a lavorare per questo obiettivo."

Torneranno con un nuovo nome i bei tempi dello IOR, quando i campionati erano affollati e i vincitori di regate mitiche come l'Admiral's, le Ton Cup o la Sardinia erano pochi e ambitissimi? Ce lo auguriamo.

www.orc.org

martedì 2 novembre 2010

Il volo degli uccelli


La fisica del volo degli uccelli
 

Struttura dell' ala di un uccello.
 E' costituita da:

- Sostegno scheletrico
    - Scheletro dell' arto anteriore
      - Membrane alari
         - Penne (remiganti e copritrici), che si inseriscono su varie parti e disposte in maniera da conferire la massima efficienza al funzionamento dell' ala.

          Funzionamento dell' ala.

          L' ala è azionata da muscoli pettorali che si inseriscono sullo sterno e direttamente sulle ossa dell' arto.

          La struttura alare varia da uccello a uccello e rispecchia gli adattamenti ad ambienti diversi.






          Modalità di volo:

          • Battuto o remigato à è tipico nei picchi e nei fringuelli; rapidi colpi d' ala si susseguono a fasi di volo in cui l' uccello prosegue con le ali strette al corpo grazie alla forza di accelerazione acquisita. In tale fase la sua velocità è maggiore di quella che avrebbe se procedesse con le ali distese, inoltre si realizza con uno sforzo minore. La traiettoria di questo volo è ondulata.
          • Librato o planato à si verifica quando le ali e la coda restano distese e l' uccello utilizza al massimo le superfici portanti dell' ala, ottenendo un notevole risparmio di energia, ma anche una bassa velocità. Assai varia è tra gli uccelli l' abilità nel volo planato
          • Volo ronzante à  permette ad alcuni piccoli uccelli come i colibrì e le nettarine, mantenersi pressoché immobili in un punto. Questo si ottiene per mezzo di rapidissimi colpi d' ala che si susseguono con una frequenza straordinaria. Grazie a questa tecnica di volo il colibrì e le nettarine sono gli unici uccelli che possono volare verticalmente e all' indietro. Vari rapaci diurni come i falchi quando spingono dall' alto la preda danno l' impressione di mantenersi sempre nello stesso punto. Ciò avviene mediante colpi d' ala piatti  e ripetuti  che imprimono al corpo  una spinta che uguaglia quella del vento . Le ali sono portate in avanti , il corpo pende all' ingiù  e la coda è allargata.
          • Volo verticale à si ha  quando l' energia dei colpi d' ala aumenta.
          • Volo veleggiato à avviene utilizzando in grande misura la forza del vento: l' uccello sfrutta le correnti d' aria ascendenti che si formano ogni qual volta il vento viene ad urtare un ostacolo, oppure per effetto del riscaldamento  della terra . Oltre a sfruttare abbondantemente le correnti d' aria  i grandi uccelli per economizzare la fatica si avvalgono di speciali formazioni di volo formando catene oblique o cunei in cui muovono sincronicamente le ali.

          I  principi aerodinamici

          L'ala di un uccello è costituita secondo precisi principi aerodinamici:
           

           - Affusolata per fendere l’ aria
          - Curva per creare le condizioni affinché si possa manifestare la forza che sostiene in aria l’ uccello


          Se pensiamo all' ala di un uccello che si muove nell' aria, si può assimilare ad un solido con base piatta e il dorso curvo che subisce da parte dell' aria differenti pressioni che generano la forza che potrà sfruttare per il sostentamento. Tale forza è formata da portanza e resistenza. La portanza è perpendicolare alla direzione del moto, la resistenza è l'effetto prodotto dall' attrito che si manifesta su un corpo  che si muove in un fluido, l' aria nel caso del volo.



          Le correnti ascendenti

          I grandi uccelli,dovendo sollevare un grande peso, per facilitare il lavoro del volo, utilizzano in grande  misura la forza del vento. Per  esempio nel volo veleggiato, l' uccello sfrutta le correnti d' aria ascendenti che si formano ogni volta che il vento viene ad urtare un ostacolo, oppure per effetto del riscaldamento della terra(correnti termiche dovute ai moti convettivi dell' atmosfera).

          • Il vento orizzontale, che si ritiene composto di correnti d' aria di diversa velocità,  ai cui limiti si formano vortici con asse orizzontale, può essere sfruttato in questo modo: quando esso spira nella direzione di volo, l' uccello compie ampie spirali ascendenti sebbene con velocità ridotta; quando spira invece in direzione contraria al volo, la velocità dell' uccello aumenta, ma esso perde in altezza. Nel primo caso le ali larghe, con remiganti primarie spingenti, sono portate in avanti, nel secondo caso sono retratte e piegate sulle articolazioni.
          •  Nell' uccello veleggiante, il centro di gravità, è situato circa nella posizione del cuore, perpendicolarmente e sopra il quale si trova il centro di pressione cioè il punto in cui si ritengono applicate le forze del vento. Per dirigere il volo in altezza, senza perdere energia, l' uccello deve spostare il centro di pressione portando le ali in avanti mentre per dirigersi verso il basso compie il movimento opposto.
          Per rallentare il volo l' uccello deve spostare il proprio centro di gravità;
          per fare ciò allunga e ritrae il collo, oppure solleva e abbassa la coda.