domenica 23 gennaio 2011
sabato 22 gennaio 2011
Vela e incidenti, Miceli e Picciolini sbarcano alle Azzorre
Vela e incidenti, Miceli e Picciolini sbarcano alle Azzorre
Posted By Zerogradinord On 21 gennaio 2011 @ 23:11
Vela e indicenti – Flores – Alle 15.00 GMT di domani sabato 22 gennaio 2011 la motonave Delia che ha recuperato in Atlantico Matteo Miceli e Tullio Picciolini farà sbarcare i due velisti italiani sull’isola di Flores, nell’arcipelago delle Azzorre. La nave non potrà fermarsi in porto per una questioni di tempi e di costi. Un attracco non solo farebbe perdere alla Delia molte ore rispetto alla sua tabella di marcia, ma porterebbe anche l’armatore a sostenere i costi dell’approdo.
Tullio e Matteo verranno presi a bordo di una lancia al largo dell’isola e trasportati a Flores dove verranno sottoposti ad una prima visita medica. Matteo, nei tentativi di tagliare le vele per raddrizzare Biondina Nera, ha riportato un taglio alla mano e potrebbe anche avere una infrazione ossea. Ovviamente Matteo nega e sostiene di stare benissimo, ma questo lo diranno i medici.
Il giorno successivo, domenica 23 gennaio, è previsto il trasferimento ad Horta e la partenza per Lisbona, da dove Matteo Miceli e Tullio Picciolini rientreranno a Roma in serata.
Matteo, conosciuta la buona notizia, ha scritto una lettera ai genitori della quale omettiamo le parti private, ma che descrive l’accaduto come mai prima d’ora: “Peccato, eravamo in vantaggio sul record e stavamo navigando veramente conservativi con le vele molto ridotte con l’onda che si era calmata e una luna che illuminava la nostra strada. La scuffia l’abbiamo messa in conto già dalla prima giornata. Infatti al secondo giorno una grossa onda ci ha fatto ingavonare e scuffiare in avanti e in quell’occasione, in venti minuti neanche, l’abbiamo subito raddrizzata”.
“Purtroppo la notte del 17 non è stato così: con la violenza della scuffia l’albero si è spaccato a metà. Informati subito gli uomini sicurezza di rimanere in stand by, iniziava un nostro grande lavoro per mettere tutti gli apparati in sicurezza e cercare di rimetterla in piedi. E’ stato impegnativo con la barca sotto sopra tagliare tutte le cime le vele e liberare il troncone di albero che pensavamo di utilizzare per il raddrizzamento. Lgicamente per fare tutto questo abbiamo aspettato il mattino per non rischiare di rimanere impigliati. In quel frangente ho pure dormito abbracciato alla deriva! Con grande amarezza non ce l’abbiamo fatta. Bastava raddrizzarla e con un armo di fortuna arrivare, anche senza un record e soprattutto senza disturbare nessuno. Peccato, abbiamo fatto veramente di tutto, siamo riusciti a legare questo tronco d’albero in obliquo sullo scafo sotto vento e con il nostro peso in cima non ci siamo riusciti a metterla dritta. Le terrazze inverse ci hanno impedito il raddrizzamento e da li abbiamo pensato al soccorso che, per come navigo, è veramente l’ultima ipotesi. Tra l’altro eravamo anche sicuri che con il nostro recupero avremmo dovuto abbandonare quel catamarano che, in tutti questi anni, mi ha riempito la vita d’impegno, sacrificio, ma anche di tante soddisfazioni e vostre pene”.
“Il recupero della nave è stato veramente difficile. Una nave di duecento metri non si ferma e non manovra facilmente, figuratevi quando ci sono trenta nodi e cinque metri d’onda. Però il Comandante e il suo equipaggio, che sono addestrati a questo, hanno fatto un ottimo lavoro. Hanno fatto un primo giro intorno a noi. Il secondo giro, sempre con noi in contatto radio, sono stati un po’ veloci e abbiamo scarrocciato troppo lungo la murata: che elica grande che ha! Ma al terzo giro si sono riusciti a fermarsi con la loro prua vicino a noi e li è toccato a noi nuotare e arrampicarci su queste scalette di corda. Lì un po’ di panico, ti senti veramente piccolo davanti a un palazzo di venti metri che non riesci ad acchiappare, che fa su e giù e rolla come un’altalena con l’onda frangente. In piu avevo un bel fagotto che mi trascinavo di tutta l’elettronica (tra l’altro in parte anche prestata)”.
“Erano diversi giorni che stavamo cercando di scendere prima del loro sbarco in Islanda previsto a fine mese e solo questa mattina la buona notizia: il Comandante devia la barca per Flores dove arriveremo sabato pomeriggio grazie al permesso dell’armatore che deve prendersi altri costi di carburante e tempi di ritardo per allungare la strada e scaricarci prima.
Che strana storia! L’idea del catamarano nasce e sbarca qui alle Azzorre con Andrea Gancia dopo un trasferimento dalle Bermuda di un 70 piedi e finisce qui con questo sbarco”.
“Ora vado, il lavoro mi chiama. Mi hanno messo a ramazzare il ponte e a Tullio a lavare le gamelle! Scherzi a parte qui ci trattato da signori e ogni sera il Comandante, che vieta alcool a bordo, ci invita a fare un brindisi per averci salvato la vita. Figuratevi io che sono quasi astemio!”.
“Non preoccupatevi, la prossima barca è studiata per raddrizzarsi anche capovolta a 180 gradi: è una delle prove obbligatorie per fare il giro del mondo”.
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lunedì 17 gennaio 2011
domenica 16 gennaio 2011
sabato 8 gennaio 2011
sabato 1 gennaio 2011
Rolex Sydney Hobart, tempesta nello Stretto
Il ritiro del maxi ha dato il via a una lunga serie di defezioni: il Sydney 38 Swish, il Reichel-Pugh di 46 piedi Shamrock, il Volvo 60 Southern Excellence e il Nelson Marek 52 Wot Eva hanno abbandonato la regata a causa di danni vari causati dal vento e dalle enormi onde.
Dodo di Nick Athineos si è diretto a Eden per sbarcare un membro dell’equipaggio che si era fratturato un braccio, ma non si è ritirato dalla regata. A bordo hanno registrato raffiche di 45-50 nodi.
Il 44 piedi Bacardi di Martin Power ha rotto l’albero 35 miglia a est di Batemans Bay, circa a metà strada della costa australiana del New South Wales. “Mentre vi sto parlando, stiamo organizzando le operazioni di soccorso qualora siano necessarie” ha commentato il Commodoro del Cruising Yacht Club of Australia Gary Linacre, appena arrivato a Hobart.
Alle 18.20, il 14 metri Exile di Rob Reynolds ha riportato danni alla timoneria e si è ritirato. Poco dopo, il celebre supermaxi australiano Brindabella di Jim Cooney ha abbandonato la regata dopo aver subito ingenti danni alla randa. Alle 19.05 il Beneteau 57 Alchemy III di Jarod Ritchie si è ritirato per rotture al boma e si è diretto a Sydney.
In un’intervista telefonica delle 18.30 con l’equipaggio di Wild Oats XI, il favorito della regata e attuale leader in tempo reale, Ian Burns ha commentato: “Qui nello Stretto di Bass la botta di vento ha lasciato un mare molto incrociato. Per fortuna la situazione finalmente si sta stabilizzando. Fra un paio d’ore dovremmo avere mare un pò più calmo e probabilmente 10-15 nodi di vento”.
Burns ha aggiunto: “Stamattina il passaggio di Gabo Island è stato davvero arduo, abbiamo dovuto rallentare la barca per evitare danni strutturali. Abbiamo dovuto ridurre al minimo la superficie velica e concentrarci al massimo per evitare di picchiare sulle onde: è stata una vera impresa. C’erano raffiche fino a 40 nodi e quando c’è così tanto vento nello Stretto di Bass, i giochi si fanno davvero pesanti. L’equipaggio è stato fantastico. E’ un piacere osservarlo all’opera. A prua le condizioni erano inumane, con continue ingavonate di oltre un metro. I ragazzi a prua hanno effettuato molteplici cambi di vele senza problemi. Gli equipaggi sono in pieno ritmo, ora inizia la seconda parte della regata”.
Le previsioni per la notte indicano venti da ovest-sudovest di 25-35 nodi, con isolati groppi e raffiche fino a 40 nodi e a seguire un calo a 20-25 nodi, con groppi, piovaschi e mare molto mosso. Nella notte le onde dovrebbero diminuire a 2-3 metri.
L’attuale leader della classifica overall in tempo compensato è il 63 piedi Loki di Stephen Ainsworth, che naviga a circa 80 miglia a sud est di Gabo Island.
Il resto della flotta della Rolex Sydney Hobart sta continuando il suo faticoso cammino verso Hobart. Tra le rimanenti settantasette barche figurano sei iscritti stranieri provenienti da USA, Regno Unito, Italia, Francia e due barche con equipaggi in parte russi; ci sono inoltre barche provenienti da sette degli otto stati e territori dell’Australia.
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