domenica 29 novembre 2009
sabato 28 novembre 2009
mercoledì 25 novembre 2009
Lega Navale Quiz 25/11/2009
Al timone di bolina con poco vento
Vela dice ... Mario:
Salve sono un nuovo iscritto, secondo me le manovre da effettuare quando l'intensità del vento cala, per imprimere la massima velocità possibile all'imbarcazione, sono le seguenti:
- Aumentare al massimo la superficie velica;
- Lasco il Paterazzo in maniera tale che l'albero sia più alto dando una superfice della randa maggiore e più vento in alto;
- cazzo l'inferitura della randa;
- lasco il tesabase, in questo modo la randa assume la forma più tondeggiante, si ingrassa e diventa più potente;
- cazzo un po' la scotta della randa per non fare scappare il vento dalla balumina;
- cambio il fiocco, mettendone uno abbastanza grande anche a sovrapporre la randa;
- avanzo il carrello del fiocco per ingrassarlo;
- attenziono il corridoio di uscita tra il genoa e la randa, che non sia ne troppo largo ne stretto, in modo da sfruttare il vento di uscita per la randa;
- posiziono la zavorra intelligente in maniera tale che faccia sbandare l'imbarcazione il meno possibile, quindi tendenzialmente sopravento.;
- cerco di trovare un equilibrio di portanza tra il fiocco e la randa in maniera tale che l'imbarcazione non sia ne puggiera ne orziera per compensare poco la direzione con il timone.
Ma se proprio vento non ce n'è calo la lenza o mi esercito a fare il nodo gassa d'amante.
Vela dice ... Sergio:
Per prima cosa penso che essendoci poco vento, devo ‘’prenderne’’ il più possibile.
Se vado di bolina metto il carrello o al centro o leggermente sopravento, ma mai sottovento. In questo modo espongo il più possibile la randa al vento senza farlo sfuggire. Cazzo la scotta di randa per ridurre lo svergolamento e fare rendere al meglio la randa nella parte più alta , lasco il Cunningham per mantenere il grasso al centro e lasco il paterazzo per ingrassare ulteriormente la randa e farle catturare più vento possibile. Inoltre così facendo lasco contemporaneamente lo strallo di prua.
Per quanto riguarda il genova, metto il carrello verso prua per fare chiudere la balumina , lasco il paterazzo per rendere più grassa la vela aumentando la catenaria e farle catturare più vento e non per ultimo lasco la scotta per privilegiare la velocità rispetto all’angolo di bolina.
Regolo l’assetto facendo mettere l’equipaggio in falchetta sottovento per ridurre l’attrito dello scafo aumentando lo sbandamento e tolgo qualsiasi peso a poppa che finirebbe per rallentarmi. Infine prego affinchè' il vento aumenti di qualche nodo.
lunedì 23 novembre 2009
VARO DELL’ IMBARCAZIONE AZZURRA 600
RICOMINCIO DA TRE… SAILING FOR HEALTH
“UNA VELA PER STAR BENE”
VARO DELL’ IMBARCAZIONE AZZURRA 600
Una barca per la velaterapia
Porto di Palermo Molo Sud, 21 novembre 2009 - ore 11,00
In collaborazione con
Guardia Costiera - Guardia di Finanza
Area Marina Protetta Capo Gallo – Isola delle Femmine
E adesso diamogli un nome!
Mercoledì sera, in Lega Navale, sarà lanciato il concorso "Un nome, un logo" per dare un nome e un logo sia alla precedente Azzurra che a quest'ultima appena varata.
Arrivederci a tutti nella sede della Lega Navale Italiana, Sezione Palermo Centro!
... SIAMO ANCHE SUL GRANDE BLOG NAZIONALE DI FABIO COLIVICCHI!
domenica 22 novembre 2009
Francesco Bruni e Azzurra vincono il Louis Vuitton Trophy
Gli italiani si sono dimostrati bravi in partenza e poi sul percorso, dove hanno saputo miscelare la ricerca del vento con il controllo dell'avversario. Per l'equipaggio di Azzurra e per la vela italiana è una conferma che la scuola di tante campagne di Coppa America è servita. Su Azzurra ci sono marinai che arrivano da Luna Rossa e Mascalzone Latino, ben coordinati dalla campionessa olimpica Alessandra Sensini, la donna più medagliata della vela, che ha portato una atmosfera concreta nel team. Presente all'avvenimento sua altezza Karim Aga Khan che aveva lanciato la primissima Azzura con l'avvocato Gianni Agnelli ed era sempre stato titubante nel concedere il nome della prima barca italiana che abbia lanciato una sfida per la Coppa America. Ovviamente il principe era molto soddisfatto di come sono andate le cose, che gli hanno fatto rivivere atmosfere di un quarto di secolo fa.
Il team di Azzurra nasce dalla spinta di Riccardo Bonadeo commodoro dello Yacht Club Costa Smeralda e dall'imprenditore lombardo Giovanni Maspero, che per primo ha affidato a Francesco Bruni il timone. Il palermitano in gioventù è stato uno dei rari talenti italiani nella vela, tre volte alle Olimpiadi, ma in Luna Rossa non era stato valorizzato come meritava. Una volta nominato skipper e timoniere non ha mostrato nessuna soggezione nei confronti di mostri sacri come il kiwi Dean Barker o il francese Bertrand Pace.
(da Il Sole24ore)
martedì 17 novembre 2009
lunedì 16 novembre 2009
Lega Navale Quiz 18/11/2009
Timonare di bolina con mare agitato.
Vela dice … Gaetano:
Salve sono un nuovo iscritto,anche se ho poca esperienza provo a dare una risposta:
Per prima cosa metto e faccio mettere il giubbotto di sicurezza,chiudo gli eventuali oblo',se c'e' vento troppo forte riduco la superficie velica,randa con una o due mani di terzaroli e il fiocco aperto a meta'
Poi cerco di prendere le onde di prua ,cioe'orzo quando si avvicina l'onda ,tenego la scotta di randa pronta per essere lascata in caso arriva una raffica divento e procedo stando molto attento cercando di capire l'onda successiva.
Vela dice … Sergio:
Per prima cosa tenderò a ridurre, in maniera appropriata, la superficie velica; in quanto essendoci molto vento non punterò ad avere potenza ma ad avere stabilità, e quindi cercherò di sbandare il meno possibile. Per esempio potrò dare una o più mani alla randa (a seconda della forza del vento) e smagrire in vario modo le vele.
Poi cercherò di stringere l' angolo di bolina il più possibile(per prendere meno vento in proiezione), tenendo la randa un po' più cazzata del normale rispetto alla vela di prua , in modo da tenere la barca con una maggiore tendenza ad orzare: In questo modo avrò il timone un po' più duro e questo mi consentirà sia di ''sentirlo'' meglio che di fare un po' d'attrito e di frenare leggermente la barca. Ma soprattutto,aumentando la tendenza all'orza della barca, quando ci sarà una raffica , la barca tenderà subito a portare la prua al vento e quindi a stabilizzarsi mettendosi nell'angolo morto. In questo modo rallenterò ma ridurrò di molto la tendenza allo sbandamento e allo scarroccio sotto raffica.
Continuerò a navigare così ,al limite tra bolina stretta e angolo morto , stando attento a non poggiare e sperando di arrivare a casa sano e salvo.
Vela dice … Gaetano
Se sono al timone di bolina orzo per salire sull'onda e comincio a poggiare sulla cresta per discenderla. In realtà non ci si pensa, è la barca che lo chiede attraverso le sensazioni trasmesse al timone, che ogni tanto va assecondato pena la straorza con vento forte.
Le vele dipende dal vento che c'è, ma le manovre delle vele stanno al resto dell'equipaggio, non al timoniere in quanto tale, piuttosto alla decisione dello skipper, che non necessariamente è al timone.
BV
Gaetano
PS La teoria è una cosa, la pratica forse è più immediata e veloce del ragionamento.
Vela dice … Raffaela
In una situazione di navigazione come quella descritta , per me che sono una neo aspirante velista, la prima cosa che penso e' che devo ridurre la velcita' e lo sbandamento. ( non conosco il mare in tempesta in barca..ho un po' di paura). Per prima cosa allora riduco la superficie velica ( utilizzo randa e fiocco). C on un vento sostenuto e mare agitato, controllo lo sbandamento lascando la scotta di randa poi, x diminuire il grasso delle vele,metto in tiro il paterazzo, il carrello lo porto sottovento e metto in estensione il tesabase.
Al timone credo che se orzo sull'onda e puggio nella caduta, effettuando dei bordeggi, riesco a mantenere un'andatura costante.
Tutto l'equipaggio con giubbotti di sicurezza.
( p.s. . Meno male che non sono su quella barca!!!! )
Vela dice … Laura
La bolina stretta implica una condizione iniziale di randa e fiocco cazzate. La tempesta implica una forte spinta sulle vele e sul bulbo, per cui al fine di garantire stabilità tenterei ad ammainare quante più vele possibile.
Dico quante più vele possibile perchè non le ammainerei completamente, in modo da continuare a muovermi a vela e magari con l'ausilio del motore per uscire quanto prima possibile dal temporale.
Dalla condizione iniziale di bolina stretta ammainerei la randa, eseguirei questa operazione in questa fase in modo da trovarmi quasi contro vento e quindi avere il minimo attrito sull'inferitura della randa; poi inizierei a pugiare lascando sempre di più il fiocco. Ho escluso la possibilità di ammainare il fiocco per evitare di eseguire operazioni a prua e garantire all'imbarcazione di muoversi a vela.
Oppure…
La risposta che avevo dato era relativa al caso di mare in tempesta, ricontrollando gli appunti ho visto che era mare agitato.
In questo caso inizierei a pugiare lascando sempre di più il fiocco e la randa con tutti i possibili aggiustamenti visti a lezione: tesa base in modo da lascare la randa, scotta lascata per evitare sbandamenti, carrello di scotta sottovento.