lunedì 16 novembre 2009

Lega Navale Quiz 18/11/2009


Timonare di bolina con mare agitato.

Vela dice … Gaetano:

Salve sono un nuovo iscritto,anche se ho poca esperienza provo a dare una risposta:

Per prima cosa metto e faccio mettere il giubbotto di sicurezza,chiudo gli eventuali oblo',se c'e' vento troppo forte riduco la superficie velica,randa con una o due mani di terzaroli e il fiocco aperto a meta'

Poi cerco di prendere le onde di prua ,cioe'orzo quando si avvicina l'onda ,tenego la scotta di randa pronta per essere lascata in caso arriva una raffica divento e procedo stando molto attento cercando di capire l'onda successiva.

Vela dice … Sergio:

Per prima cosa tenderò a ridurre, in maniera appropriata, la superficie velica; in quanto essendoci molto vento non punterò ad avere potenza ma ad avere stabilità, e quindi cercherò di sbandare il meno possibile. Per esempio potrò dare una o più mani alla randa (a seconda della forza del vento) e smagrire in vario modo le vele.

Poi cercherò di stringere l' angolo di bolina il più possibile(per prendere meno vento in proiezione), tenendo la randa un po' più cazzata del normale rispetto alla vela di prua , in modo da tenere la barca con una maggiore tendenza ad orzare: In questo modo avrò il timone un po' più duro e questo mi consentirà sia di ''sentirlo'' meglio che di fare un po' d'attrito e di frenare leggermente la barca. Ma soprattutto,aumentando la tendenza all'orza della barca, quando ci sarà una raffica , la barca tenderà subito a portare la prua al vento e quindi a stabilizzarsi mettendosi nell'angolo morto. In questo modo rallenterò ma ridurrò di molto la tendenza allo sbandamento e allo scarroccio sotto raffica.

Continuerò a navigare così ,al limite tra bolina stretta e angolo morto , stando attento a non poggiare e sperando di arrivare a casa sano e salvo.

Vela dice … Gaetano

Se sono al timone di bolina orzo per salire sull'onda e comincio a poggiare sulla cresta per discenderla. In realtà non ci si pensa, è la barca che lo chiede attraverso le sensazioni trasmesse al timone, che ogni tanto va assecondato pena la straorza con vento forte.

Le vele dipende dal vento che c'è, ma le manovre delle vele stanno al resto dell'equipaggio, non al timoniere in quanto tale, piuttosto alla decisione dello skipper, che non necessariamente è al timone.

BV

Gaetano

PS La teoria è una cosa, la pratica forse è più immediata e veloce del ragionamento.

Vela dice … Raffaela

In una situazione di navigazione come quella descritta , per me che sono una neo aspirante velista, la prima cosa che penso e' che devo ridurre la velcita' e lo sbandamento. ( non conosco il mare in tempesta in barca..ho un po' di paura). Per prima cosa allora riduco la superficie velica ( utilizzo randa e fiocco). C on un vento sostenuto e mare agitato, controllo lo sbandamento lascando la scotta di randa poi, x diminuire il grasso delle vele,metto in tiro il paterazzo, il carrello lo porto sottovento e metto in estensione il tesabase.

Al timone credo che se orzo sull'onda e puggio nella caduta, effettuando dei bordeggi, riesco a mantenere un'andatura costante.

Tutto l'equipaggio con giubbotti di sicurezza.

( p.s. . Meno male che non sono su quella barca!!!! )

Vela dice … Laura

La bolina stretta implica una condizione iniziale di randa e fiocco cazzate. La tempesta implica una forte spinta sulle vele e sul bulbo, per cui al fine di garantire stabilità tenterei ad ammainare quante più vele possibile.

Dico quante più vele possibile perchè non le ammainerei completamente, in modo da continuare a muovermi a vela e magari con l'ausilio del motore per uscire quanto prima possibile dal temporale.

Dalla condizione iniziale di bolina stretta ammainerei la randa, eseguirei questa operazione in questa fase in modo da trovarmi quasi contro vento e quindi avere il minimo attrito sull'inferitura della randa; poi inizierei a pugiare lascando sempre di più il fiocco. Ho escluso la possibilità di ammainare il fiocco per evitare di eseguire operazioni a prua e garantire all'imbarcazione di muoversi a vela.

Oppure…

La risposta che avevo dato era relativa al caso di mare in tempesta, ricontrollando gli appunti ho visto che era mare agitato.

In questo caso inizierei a pugiare lascando sempre di più il fiocco e la randa con tutti i possibili aggiustamenti visti a lezione: tesa base in modo da lascare la randa, scotta lascata per evitare sbandamenti, carrello di scotta sottovento.

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