da La Repubblica:
Primo successo italiano nella prestigiosa regata transoceanica in solitario. Il campione cagliaritano: "Soddisfazione enorme che premia una vita di lavoro in mare". Partito dalla Francia arriva a Pointe-à-Pitre, a Guadalupa
di ROBERTO MARCELLETTI Andrea Mura festeggia il trionfo
Un viaggio di 3.539 miglia faticoso e pieno di imprevisti che nella categoria Rhum, riservata alle imbarcazioni tra i quaranta e i cinquanta piedi, consegna alla storia il volto sorridente, commosso e stanco del 46enne skipper originario di Cagliari: "Questa vittoria è una gioia enorme per me, rappresenta il coronamento di anni di lavoro e soprattutto mi regala la grande soddisfazione di essere il primo italiano a vincere una regata oceanica di tale importanza e difficoltà".
L'italiano può essere davvero soddisfatto, si è lasciato alle spalle un veterano della vela e di questa competizione Luc Coquelin, piazzatosi secondo e giunto alla quarta partecipazione alla transoceanica: "Spero sia la prima di una lunga serie di trionfi e che questo traguardo apra la strada alla vela oceanica anche nel nostro paese". Un successo che parte da lontano e richiede sacrifici e lavoro di gruppo: "Questo è il risultato del lavoro - sottolinea Andrea Mura - di un team composto
da oltre venti persone. La vittoria è dedicata a loro, ai miei sponsor che mi hanno sostenuto, ai miei tifosi e a tutti coloro che mi sono stati vicino durante questa sfida impegnativa".
Per rendersi conto dell'impresa compiuta dal velista sardo basta dare un'occhiata alla lista delle presenze italiane alla competizione nell'arco della sua storia. In passato solo tre nomi hanno tentato di entrare nell'albo d'oro senza riuscirci: Paolo Martinoni (1978), Simone Bianchetti (1998) e Giovanni Soldini (2002). E le difficoltà superate durante il percorso consacrano Mura, che finora spaziava già tra buoni risultati nelle derive e nell'America's Cup, protagonista nelle competizioni oceaniche. Nonostante le condizioni meteo anomale rispetto alle aspettative, Vento di Sardegna comincia subito bene. Le tempeste delle prime quarantotto ore e la scelta strategica di un tragitto più a Sud rispetto alla rotta più breve tra partenza e arrivo dà ragione al team di Andrea Mura.
La conferma arriva una volta attraversate le Azzorre con ottanta miglia di vantaggio sul resto della truppa. Il sogno, a questo punto, si materializza. La volata finale ha un paio di colpi di scena dovuti alla rottura prima del canard di prua e di seguito del gennaker grande che rallentano solo di poco la cavalcata vincente sulle onde dell'Oceano per lo skipper cagliaritano. Un'esperienza che lascia il segno e che potrebbe, in un futuro recente, tra un anno circa avere un prosieguo nella rotta del caffè in Brasile. Gli organizzatori sono avvertiti.
Poco fortunata, invece, la regata delle altre due imbarcazioni italiane, entrambe impegnate nella categoria Class 40, presenti al via: Davide Consorte a bordo di Adriatech costretto al ritiro per un'avaria e Marco Nannini su Unicredit ancora in navigazione e in prossimità dell'arrivo si trova al 26esimo posto. Amareggiato e deluso Davide Consorte: "Quando ho deciso di ritirarmi stavo andando piuttosto bene e sono sicuro che la scelta del percorso mi avrebbe premiato. Poi una serie di problemi, tra i quali, il Gps che non dava più la posizione, il ballast posteriore che perdeva acqua, lo strumento del vento fuori uso e quando si è rotta la drizza della randa all'interno dell'albero ho deciso per il ritiro. La barca non era in grado di affrontare tutto il resto della regata".
In totale undici le imbarcazioni ritirate sulle ottantacinque presenti ai nastri di partenza e vittorie nelle rispettive classi per Franck Cammas su Groupama (categoria Ultimate), Roland Jourdain su Veolia Environnement (Imoca 60), Lionel Lemonchois su Prince de Bretagne (Multi 50) e Thomas Ruyant su Destination Dunkerque (Class 40). (20 novembre 2010)
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